sabato 20 febbraio 2010

IL RICORDO DELLA COMUNITA' PARROCCHIALE DI ZELO



E’ un po’ difficile parlare in un momento come quello che stiamo vivendo ora perché c’è il rischio concreto di farsi trasportare dai sentimenti e dai ricordi; eppure sentimenti e ricordi fanno parte della nostra vita e hanno diritto di espressione, soprattutto in momenti come questi. E allora che parli pure il cuore liberamente senza paura di cadere in discorsi di vuota retorica, perché vi sono esperienze che vale la pena raccontare. Vogliamo così ricordare la nostra bella avventura, una pagina di storia di comunità intessuta con Don Franco quando nella primavera del 1985 convocati in Curia a Lodi l'allora Vescovo Mons. Paolo Magnani esordì con queste parole: miei cari parrocchiani di Mignete, vi comunico che ho scelto per voi un prete molto popolare a Lodi si tratta di Don Simonetta coadiutore parrocchiale della Maddalena, è giovane ha 43 anni e tanta voglia di fare.


Rimane ancora oggi viva nella nostra memoria l'intensità con cui seguirono i preparativi per accogliere Don Franco e in tanti ricordiamo l'entrata del nuovo parroco accolto all'inizio di Mignete con un fiume di gente arrivata anche con pullman da Lodi.


E cosi' fu che quasi 25 anni fa per noi giovani e ragazzi, all'inizio era un po strano vedere un prete che girava e guidava velocemente una piccola automobile, che fumava sigarette, così come suonavano interrogative e singolari alcune sue espressioni tipicamente lodigiane del tipo “va in Ada” ovvero buttati nel fiume Adda, quando non ci si capiva al volo per l'una o per l'altra cosa.


Ma il tempo passa velocemente così come passò velocemente il periodo in cui ci siamo dedicati a vicenda a studiarci a conoscersi a capire cosa voleva Don Franco da noi e noi da lui: iniziò così un bel rapporto di collaborazione e condivisione a diverso titolo con tutti, ragazzi giovani meno giovani e famiglie.


Una novità introdotta da Don Franco fu quella di andare nelle famiglie a pranzo o a cena: risultò così un modo indovinato e vincente per legare con le persone, intrecciare relazioni, creare e ricreare rapporti semplici e sinceri.


Venne anche quasi subito il momento di rimboccarsi le maniche, infatti nonostante in quel periodo, 1985 e dintorni, Mignete contava 200 anime, Don Franco mostrò subito il suo particolare talento di buon amministratore; ne seguì la totale demolizione della casa parrocchiale e la costruzione della nuova casa e del nuovo oratorio e negli ultimi anni anche con un atto di coraggio, coraggio inteso anche come tenacia e senza vergogna nel presentare domande a vari enti per contributi, l'ultima vecchissima parte rimasta è stata sostituita integralmente da nuovi locali più rispondenti alle esigenze della comunità che oggi rispetto agli anni 80 e 90 è quasi triplicata e tutti locali intesi come luoghi dove potersi riunire, prestarsi mutuo soccorso e qualche volta anche pregare.


Non a caso Don Franco è stato nominato ed era orgoglioso di essere economo del Seminario dal 1989 , dove tra l'altro risiedeva, perchè proprio questa propensione naturale nel cercare e ricercare soluzioni concrete e adeguate al tipo di problema che di volta in volta si presentava, lo ha contraddistinto nel servizio generale alla Chiesa diocesana e locale.


E' altresì arcinota la disponibilità per gli altri: per la ricerca di lavoro, per un problema, per un consiglio o un indirizzo, se gli si chiedeva uno lui se poteva ti dava due e comunque ti ritornava sempre l'uno richiesto; risulta anche simpatico ricordare la sua auto o meglio il baule della sua automobile: sempre pieno di qualcosa, di una vasta gamma di generi alimentari e tante altre cose..... gli offerenti non danno mai qualcosa così a caso, sapevano bene che a Lui rimaneva ben poco, anzi nulla..... tutto veniva sapientemente distribuito.


Non possiamo non rimarcare la schiettezza operata in ogni ambito, la serietà e la continuità degli impegni assunti: alla Comunità parrocchiale nulla è stato fatto mancare ma la celebrazione della Messa era per lui vero impegno primario; una sera mi capitò di passare in oratorio e trovai Don Franco che al mattino aveva subito un piccolo intervento chirurgico alla bocca e chiesi: ma Lei cosa fa qua? Risposta: che domanda, sono qua per la Messa!


Ora Le rivolgiamo un accorato e corale GRAZIE inteso nel senso pieno del suo significato: GRAZIE è propriamente il plurale di GRAZIA, usato per ringraziare qualcuno, per esprimere la propria gratitudine in questo caso a Lei Don Franco per tutto l'amore rivolto e riversato alla comunità tramite l'esempio da Lei trasmesso incarnando quelle parole a noi care e dette dai nostri Santi Patroni Filippo e Giacomo: la fede senza le opere è morta, e tristemente consapevoli che il nostro incontrarsi non sarà più fatto di parole ma di contatto con il pensiero, la mente ed il cuore, rinnoviamo questa parola anche perché tanti anni di lavoro e condivisione comune e reciproca, non sono paragonabili ad un temporale che viene e passa, ma lasciano un segno indelebile e allora, dopo aver vegliato per due giorni e due notti, un po’ gelosi e grati di poterLa avere vicino a noi nel nostro cimitero di Zelo, Don Franco: GRAZIE, e come ci chiamava amabilmente, dai suoi lavativi di Mignete. Don Franco Le vogliamo bene!


A nome della comunità parrocchiale, Giovanni Bellini

Nessun commento: