Non voglio tediare nessuno ma ritengo importante, in qualità
di presidente pro tempore del circolo Noi Santi Apostoli Filippo e Giacomo
oratorio di Mignete, che è anche una associazione di promozione sociale che
conta circa 120 iscritti pari al 20% della popolazione residente, media molto
alta se confrontiamo gli abitanti con il numero degli iscritti e gli iscritti
di altre parrocchie ben più grandi della nostra realtà, fotografare la situazione
del nostro oratorio per fissare alcuni paletti su cui poter riflettere e
rivolgere un accorato appello alle donne e agli uomini di “buona volontà”
affinché possano diventare volontari dell'oratorio.
L'apertura dell'oratorio si può fare, sarebbe uno stupendo
spettacolo vedere 1, 5, 10, 20 ragazzi e bambini, mamme, nonne frequentare
quotidianamente i nostri spazi diventando cosi riferimento per buona parte dei
loro pomeriggi.
Io penso che non solo si può fare ma si deve fare per le
seguenti considerazioni: non è più sopportabile vedere questi spazi chiusi, non
è più sopportabile vedere i bambini e i ragazzi giocare per strada e quando ti
vedono o ti incrociano la domanda è sempre quella “Apri l'oratorio!?”,
richiesta legittima perché risponde ad un loro naturale bisogno; bisogna
togliere i bambini dalla strada per farli stare insieme in un ambiente sicuro
non solamente la domenica pomeriggio, cosi come noi mangiamo tutti i giorni e
abbiamo bisogno di stare con i nostri cari tutti i giorni, cosi i bambini e i
ragazzi come è risaputo senza voler fare lo psicologo hanno bisogno di avere un
luogo
familiare e continuo/costante a cui fare riferimento.
Bambini vivaci: non sono forse queste creature che hanno più
bisogno della nostra attenzione e del nostro amore tramite la nostra presenza?
Extracomunitari o neo comunitari: sono esattamente come i
nostri bambini né più né meno, e a questo proposito è giusto ricordare che in
una riunione vicariale a Paullo di qualche tempo fa chiesi al Vescovo come ci
dovevamo comportare con gli stranieri, la risposta fu chiara e breve “porte
aperte a tutti indistintamente negli asili, negli oratori e ovunque nei nostri
spazi”.
Nel contesto della settimana sociale dei cattolici a Reggio
Calabria nel 2010 Papa Benedetto XVI ha ribadito “è un dovere accogliere gli
immigrati”.
Continuare a non aprire l'oratorio è una forma di prepotenza
che operiamo più o meno consapevolmente nei confronti dei più deboli ovvero dei
ragazzi di questa comunità.
L'apertura dell'oratorio, assieme al periodico l'Ora Decima,
è da ritenersi uno straordinario strumento di attività pastorale, perché come
già detto è un luogo di incontro, di socialità, un luogo dove poter far passare
certi messaggi, non dimenticando che è l'unico luogo dove la comunità si può
incontrare, detta in termini più eleganti di aggregazione sociale, e senza
dimenticare anche che la comunità si è notevolmente ingrandita.
Penso che sia giunto il momento della responsabilità, penso
che la situazione sia matura per prendere decisioni serie e continuative in
merito, dobbiamo operare una scelta di campo, o dentro o fuori, con la
consapevolezza che una decisione piuttosto che un'altra fa la differenza per il
bene collettivo di questa comunità.
Ritengo che l'impegno richiesto a chi si metterà a disposizione
come volontario/a per i turni sia poca cosa rispetto al beneficio che ne
possono trarre, magari non subito, i nostri ragazzi e l'intera comunità
parrocchiale.
Per finire proprio qui a Mignete abbiamo scritto sopra il
portone della Chiesa una frase dei nostri patroni : “ La fede senza le opere è
morta”.....proviamo a vivere questa esortazione e vedere, ognuno nella propria
libertà e disponibilità, se riusciamo ad applicarla anche per la realtà
dell'oratorio.