domenica 22 settembre 2013

Festa della Madonna del Rosario - 6.10.2013

Giovedì 3 ottobre alla Santa Messa delle ore 20.30 saranno presenti alcuni sacerdoti del Seminario Vescovile unitamente ai seminaristi per ricordare il nostro caro don Franco Simonetta, scomparso il 28 gennaio 2010. Ringraziamo per la loro presenza quale segno di affetto verso don Franco e invitiamo tutti i parrocchiani ad essere presenti non dimenticando che tale celebrazione è anche momento di preparazione per la festa del 6 ottobre; la messa di domenica 6 ottobre che avrà inizio alle ore 15,15 sarà celebrata da Mons. Dr. Gabriele Bernardelli della Diocesi di Lodi.
Con l'occasione si ricorda che il pranzo di domenica 6, sempre previa prenotazione, è fissato per le ore 12 anziché per le ore 12,30.

Chi volesse contribuire, e speriamo in tanti, al buon esito della nostra festa con la preparazione di una o più torte è invitato a segnalare la propria disponibilità in oratorio, dove è presente un apposito foglio.

Riteniamo opportuno ricordare che il cibo cucinato e non servito verrà, come già per il passato, portato il giorno successivo alla mensa dei poveri della Casa dell'Accoglienza di Lodi.

domenica 15 settembre 2013

Domenica 6 Ottobre - Festa della Madonna del Rosario - Programma

Diversamente da quanto fatto negli anni passati, quest'anno non passerà alcun incaricato per la raccolta economica per la Banda ma saranno distribuite delle buste preventivamente timbrate che, chiunque provvederà ad effettuare una donazione, dovranno essere portate in Chiesa e imbucate nell'apposito contenitore che sarà a breve posizionato.
Giovedì 3, venerdì 4 e sabato 5 ottobre, ore 20.30: triduo di preparazione alla festa.
Domenica 6 ottobre: ore 15.15 (altra novità di quest'anno!) Santa Messa solenne alla quale seguirà la processione per le vie del paese con la statua della Madonna, accompagnata dal corpo bandistico G. Verdi di Zelo.
Lunedì 7 ottobre: ore 20.30 ufficio per tutti i sacerdoti defunti e tutti i defunti della Parrocchia.
Si invitano tutti i residenti ed in particolare le famiglie site in via Lodi, via Cattaneo e via Convento ad addobbare le loro abitazioni: anche questo è un segno di affetto genuino verso la Madonna. Durante la festa funzionerà una cucina tipica locale e al fine di organizzare al meglio il servizio è indispensabile la prenotazione per il pranzo e per la cena di domenica. Per questa occasione è in allestimento la pesca di beneficenza con tanti simpatici oggetti ed inoltre ci sarà sempre la possibilità di vincere inaspettati premi messi in palio sulla ruota della fortuna. Un caloroso invito a tutte le mamme, nonne, zie e amiche a preparare le deliziose torte che serviranno per il servizio ristoro. Nel pomeriggio dopo la S. Messa per i ragazzi ci sarà anche il gonfiabile. Questa ricorrenza è un momento dove la comunità si incontra rinnovando tradizione e identità cristiana, per cui vi invitiamo a partecipare numerosi

lunedì 9 settembre 2013

"Educazione"....

Innanzitutto diciamo cosa non è educazione: non è infatti un sinonimo di istruzione. Sono due cose diverse in tutto e per tutto.
Mettiamoci gli occhialini da professori e notiamo che la parola educare deriva dal latino educere, ossia condurre: c'è quindi un qualcuno che conduce qualcun altro da qualche parte. Chi? Dove?

Per quanto riguarda il "chi", in questi anni si parla di agenzie educative, intendendo con esse la famiglia (prima e fondamentale), la scuola, la parrocchia e in generale tutte quelle realtà che hanno a che fare con i ragazzi e che, potenzialmente, possono trasmettere dei "messaggi di vita".

Cercando invece risposta al "dove" sono condotti i ragazzi, notiamo che non esiste - purtroppo - una idea condivisa dello stesso concetto di educazione: c'è chi lo intende come crescita, chi come indipendenza, chi come agonismo sfrenato. Ma allora, che cos'è questa benedetta educazione?

La proposta cristiana di educazione consiste nella preoccupazione che siano formate in ciascun ragazzo l'intelligenza, la volontà e la capacità di amare, al fine di essere capaci di scelte definitive (che in "cristianese" significa scoprire la propria vocazione). Solo persone capaci di scelte definitive su cui fondare con coerenza la propria vita sono persone di cui ci si può fidare fino in fondo, persone pienamente realizzate. E, guarda caso, il disegno parla proprio di amore, quella cosa che tutti vogliono ma pochi sanno dare fino in fondo.

Questa è la proposta cristiana, evidentemente basata su quanto detto e vissuto da Gesù Cristo. Proposta ambiziosa, non c'è che dire: ma possiamo forse fare una proposta meno importante di una proposta d'amore e di stabilità? That's educazione. Rimbocchiamoci le maniche.

Di grandi maestri di educazione ce ne sono stati molti. Pensiamo ad esempio a Baden Powell, fondatore dello scoutismo. Qui però ne vogliamo ricordare un altro, particolarmente importante nelle realtà di oratorio: San Giovanni Bosco.

Sacerdote originario di Asti, provincia in cui nacque nel 1815, presto don Bosco si trasferì a Torino. Venuto a contatto con il disagio dei giovani della grande città (i quali spesso erano sfruttati, abbandonati dai genitori, maltrattati dalla polizia), decise di adoperarsi per il miglioramento delle loro condizioni. Fu così che aprì il primo oratorio "moderno", ossia un luogo di ritrovo e di  "educazione" dei ragazzi.

L'essenza della pedagogia di don Bosco è capire i giovani, prenderli per il loro verso e guidarli con la bontà (cioè con amore disinteressato) a diventare "buoni cristiani ed onesti cittadini". Tale pedagogia non si basa sullo studio e applicazione di regole precise quanto su una mentalità, una disposizione d'animo e una dedizione in grado di coinvolgere l'intera vita.

Qui il Cristianesimo è visto nella sua vera essenza, cioè come un dinamismo vitale, concreto, come dovrebbe essere vissuto da ogni persona che si professa cristiana.

Tre erano i cardini del metodo educativo di don Bosco: ragione, religione, amorevolezza. Questi assieme alla sua costante attenzione al peccato dei ragazzi, vera piaga in grado di minarne la crescita.


Concretamente: come si fa? Ecco alcune "dritte" firmate da don Bosco. Nota che si tratta di cose adatte non solo in oratorio, ma anche - e soprattutto - nella tua famiglia!
  • Ragione. Porre la ragione al centro dell'educazione umana significa, essenzialmente, credere nell'uomo, nella sua capacità di apprendere, di decidere liberamente. È un atto di fiducia e ottimismo nella persona. Contrapposta alla ragione è l'istintività, anche emotiva: bella, certo, ma può giocarti dei brutti scherzi.
  • Religione. Un elemento molto importante, in quanto orienta l'uomo a Dio e lo rende capace di amare. Eppure anche davanti alla religione, la ragione ha la precedenza. Diceva infatti don Bosco:"mai obbligare i giovani alla frequenza dei Sacramenti, ma incoraggiarli e facilitarli nell'approccio a Gesù, facendo notare la bellezza e la santità di quella religione che propone mezzi così semplici per costruire una società civile".
  • Amorevolezza. È la base di ogni azione educativa, ma "non è sufficiente amare i giovani, occorre soprattutto che i giovani stessi si sentano amati". E ancora, viceversa, "ognuno si faccia amare per educare i giovani". Educare " quindi un donarsi in modo gioioso, trasmettendo gioia e serenità proprio con il dono di sé. Questo amore si manifesta in una accoglienza del giovane così come egli è, con i suoi difetti e i suoi pregi, nella sua unicità.
  • Il bene dell'uomo consiste nel suo perfezionamento: tutto ciò che non costruisce e non perfeziona è deviante dalla vera finalità della vita dell'uomo.
  • "Renditi umile, forte e robusto".
  • "Non con le percosse, ma con la mansuetudine e l'amore".
  • "Amare, comprendere, compatire, perdonare".
  • "Se uno non accetta sé stesso, anche con i propri limiti, non può essere disponibile per gli altri: rimane inceppato nelle sue difficoltà.". Questo però non significa "non tentare di migliorarsi"...
  • "Volete fare una cosa buona? Educate la gioventù. Volete fare una cosa santa? Educate la gioventù. Volete fare una cosa santissima? Educate la gioventù. Volete fare una cosa divina? Educate la gioventù. Anzi questa, tra le cose divine, è divinissima".

Grande intuizione di don Bosco è il suo metodo educativo preventivo, che vede nel peccato del giovane il vero nemico da combattere. Siccome è difficile da spiegare a parole, riportiamo uno stralcio di uno degli scritti principali di don Bosco (l'italiano è quello di 130 anni fa, ma è comprensibile).

[...] Due sono i sistemi in ogni tempo usati nella educazione della gioventù: Preventivo e Repressivo. Il sistema Repressivo consiste nel far conoscere la legge ai sudditi, poscia sorvegliare per conoscerne i trasgressori ed infliggere, ove sia d'uopo, il meritato castigo. Su questo sistema le parole e l'aspetto del Superiore debbono sempre essere severe, e piuttosto minaccevoli, ed egli stesso deve evitare ogni famigliarità coi dipendenti.
Il Direttore per accrescere valore alla sua autorità dovrà trovarsi di rado tra i suoi soggetti e per lo più solo quando si tratta di punire o di minacciare. Questo sistema è facile, meno faticoso e giova specialmente nella milizia e in generale tra le persone adulte ed assennate, che devono da se stesse essere in grado di sapere e ricordare ciò che è conforme alle leggi e alle altre prescrizioni.

Diverso, e direi, opposto è il sistema Preventivo. Esso consiste nel far conoscere le prescrizioni e i regolamenti di un Istituto e poi sorvegliare in guisa, che gli allievi abbiano sempre sopra di loro l'occhio vigile del Direttore o degli assistenti, che come padri amorosi parlino, servano di guida ad ogni evento, diano consigli ed amorevolmente correggano, che è quanto dire: mettere gli allievi nella impossibilità di commettere mancanze.
Questo sistema si appoggia tutto sopra la ragione, la religione, e sopra l'amorevolezza; perciò esclude ogni castigo violento e cerca di tenere lontano gli stessi leggeri castighi. [...]








L’educazione è l’avventura più affascinante e difficile della vita

“L’educazione è l’avventura più affascinante e difficile della vita. Educare – dal latino educere – significa condurre fuori da se stessi per introdurre alla realtà, verso una pienezza che fa crescere la persona. Tale processo si nutre dell’incontro di due libertà, quella dell’adulto e quella del giovane. Esso richiede la responsabilità del discepolo, che deve essere aperto a lasciarsi guidare alla conoscenza della realtà, e quella dell’educatore, che deve essere disposto a donare se stesso. Per questo sono più che mai necessari autentici testimoni, e non meri dispensatori di regole e di informazioni; testimoni che sappiano vedere più lontano degli altri, perché la loro vita abbraccia spazi più ampi. Il testimone è colui che vive per primo il cammino che propone.”
[Benedetto XVIMessaggio per la celebrazione della XLV Giornata Mondiale della Pace]