sabato 20 febbraio 2010

TRIGESIMO DON FRANCO

Domenica 28 febbraio c.m. cade il trigesimo e il Rettore del Seminario ci ha comunicato che un gruppo di seminaristi e di Sacerdoti, celebreranno una S. Messa in Chiesa a Mignete martedì 2 marzo alle ore 20.30: invitiamo quanti lo desiderano a segnare questa data in modo che potremo ritrovarci insieme per ricordare Don Franco nel modo migliore e che a Lui piaceva tanto: partecipare alla Santa Messa.

IL RICORDO DELLA COMUNITA' PARROCCHIALE DI ZELO



E’ un po’ difficile parlare in un momento come quello che stiamo vivendo ora perché c’è il rischio concreto di farsi trasportare dai sentimenti e dai ricordi; eppure sentimenti e ricordi fanno parte della nostra vita e hanno diritto di espressione, soprattutto in momenti come questi. E allora che parli pure il cuore liberamente senza paura di cadere in discorsi di vuota retorica, perché vi sono esperienze che vale la pena raccontare. Vogliamo così ricordare la nostra bella avventura, una pagina di storia di comunità intessuta con Don Franco quando nella primavera del 1985 convocati in Curia a Lodi l'allora Vescovo Mons. Paolo Magnani esordì con queste parole: miei cari parrocchiani di Mignete, vi comunico che ho scelto per voi un prete molto popolare a Lodi si tratta di Don Simonetta coadiutore parrocchiale della Maddalena, è giovane ha 43 anni e tanta voglia di fare.


Rimane ancora oggi viva nella nostra memoria l'intensità con cui seguirono i preparativi per accogliere Don Franco e in tanti ricordiamo l'entrata del nuovo parroco accolto all'inizio di Mignete con un fiume di gente arrivata anche con pullman da Lodi.


E cosi' fu che quasi 25 anni fa per noi giovani e ragazzi, all'inizio era un po strano vedere un prete che girava e guidava velocemente una piccola automobile, che fumava sigarette, così come suonavano interrogative e singolari alcune sue espressioni tipicamente lodigiane del tipo “va in Ada” ovvero buttati nel fiume Adda, quando non ci si capiva al volo per l'una o per l'altra cosa.


Ma il tempo passa velocemente così come passò velocemente il periodo in cui ci siamo dedicati a vicenda a studiarci a conoscersi a capire cosa voleva Don Franco da noi e noi da lui: iniziò così un bel rapporto di collaborazione e condivisione a diverso titolo con tutti, ragazzi giovani meno giovani e famiglie.


Una novità introdotta da Don Franco fu quella di andare nelle famiglie a pranzo o a cena: risultò così un modo indovinato e vincente per legare con le persone, intrecciare relazioni, creare e ricreare rapporti semplici e sinceri.


Venne anche quasi subito il momento di rimboccarsi le maniche, infatti nonostante in quel periodo, 1985 e dintorni, Mignete contava 200 anime, Don Franco mostrò subito il suo particolare talento di buon amministratore; ne seguì la totale demolizione della casa parrocchiale e la costruzione della nuova casa e del nuovo oratorio e negli ultimi anni anche con un atto di coraggio, coraggio inteso anche come tenacia e senza vergogna nel presentare domande a vari enti per contributi, l'ultima vecchissima parte rimasta è stata sostituita integralmente da nuovi locali più rispondenti alle esigenze della comunità che oggi rispetto agli anni 80 e 90 è quasi triplicata e tutti locali intesi come luoghi dove potersi riunire, prestarsi mutuo soccorso e qualche volta anche pregare.


Non a caso Don Franco è stato nominato ed era orgoglioso di essere economo del Seminario dal 1989 , dove tra l'altro risiedeva, perchè proprio questa propensione naturale nel cercare e ricercare soluzioni concrete e adeguate al tipo di problema che di volta in volta si presentava, lo ha contraddistinto nel servizio generale alla Chiesa diocesana e locale.


E' altresì arcinota la disponibilità per gli altri: per la ricerca di lavoro, per un problema, per un consiglio o un indirizzo, se gli si chiedeva uno lui se poteva ti dava due e comunque ti ritornava sempre l'uno richiesto; risulta anche simpatico ricordare la sua auto o meglio il baule della sua automobile: sempre pieno di qualcosa, di una vasta gamma di generi alimentari e tante altre cose..... gli offerenti non danno mai qualcosa così a caso, sapevano bene che a Lui rimaneva ben poco, anzi nulla..... tutto veniva sapientemente distribuito.


Non possiamo non rimarcare la schiettezza operata in ogni ambito, la serietà e la continuità degli impegni assunti: alla Comunità parrocchiale nulla è stato fatto mancare ma la celebrazione della Messa era per lui vero impegno primario; una sera mi capitò di passare in oratorio e trovai Don Franco che al mattino aveva subito un piccolo intervento chirurgico alla bocca e chiesi: ma Lei cosa fa qua? Risposta: che domanda, sono qua per la Messa!


Ora Le rivolgiamo un accorato e corale GRAZIE inteso nel senso pieno del suo significato: GRAZIE è propriamente il plurale di GRAZIA, usato per ringraziare qualcuno, per esprimere la propria gratitudine in questo caso a Lei Don Franco per tutto l'amore rivolto e riversato alla comunità tramite l'esempio da Lei trasmesso incarnando quelle parole a noi care e dette dai nostri Santi Patroni Filippo e Giacomo: la fede senza le opere è morta, e tristemente consapevoli che il nostro incontrarsi non sarà più fatto di parole ma di contatto con il pensiero, la mente ed il cuore, rinnoviamo questa parola anche perché tanti anni di lavoro e condivisione comune e reciproca, non sono paragonabili ad un temporale che viene e passa, ma lasciano un segno indelebile e allora, dopo aver vegliato per due giorni e due notti, un po’ gelosi e grati di poterLa avere vicino a noi nel nostro cimitero di Zelo, Don Franco: GRAZIE, e come ci chiamava amabilmente, dai suoi lavativi di Mignete. Don Franco Le vogliamo bene!


A nome della comunità parrocchiale, Giovanni Bellini

OMELIA DEL VICARIO GENERALE AI FUNERALI DI DON FRANCO

I figli di Zebedeo pongono a bruciapelo a Gesù una istanza che ha tutti i tratti della pretesa: “Maestro vogliamo che tu faccia quello che ti chiederemo”. Gesù ha appena annunciato per la terza volta la sua passione e questi discepoli sembra che abbiano in mente solo la propria carriera, sistemazione: vogliamo i seggi più vicini a te nel tuo Regno. Una domanda apparentemente impertinente per chi intende considerarsi discepolo di un Maestro. Ma tant’è: il rapporto con Gesù è franco e consente anche domande come questa, che Gesù prende sul serio. Perché apprezza la schiettezza e sta al gioco invitando a rendersi conto di quello che stanno dicendo: “sapete quello che chiedete?” Preferisco leggere così la trovata dei due fratelli, per l’irruenza del loro temperamento, già in altre occasioni manifestato. In questa franchezza e schiettezza del tratto ritrovo anche la figura di don Franco. Impossibile per lui nascondere quello che pensava e quello che sentiva. Lo si capiva subito e il suo linguaggio era senza mezzi termini. Era immediato e sbrigativo nei modi, ma non nei rapporti personali. A me personalmente piaceva molto questo tratto fin da quando andavo a trovarlo all’Oratorio della Maddalena e non mi è costato essergli sinceramente amico per dirsi reciprocamente quello che va e quello che non va. La schiettezza esprimeva in lui la scelta di campo convinta dell’essere prete, attestava la condivisione fino in fondo delle ragioni di una causa, la fedeltà alla parola data, la trasparente rettitudine nella gestione delle proprie responsabilità amministrative, la passione operosa per la Chiesa. Sapeva godere come un fanciullo dei successi di squadra delle comunità a cui di volta in volta si è dedicato, sia la parrocchia (S. Fereolo, Maddalena, Galgagnano, Quartiano, Pieve Fissiraga, Mignete), sia il Seminario e si meravigliava di chi non sentisse questa passione, come a dire: ma è la mia famiglia, perché non fare il tifo per lei, perché non soffrire delle sue disavventure? Era spontaneo e il Signore l’ha preso in parola.

L’ha condotto a rendersi conto progressivamente del prezzo della domanda che anche lui don Franco con il suo stile e il suo temperamento ha posto al Signore diventando prete. In fondo i due fratelli Giacomo e Giovanni chiedevano di stare con il Signore nel suo Regno in posti più vicini a lui, se non proprio riservati. “Sapete quello che chiedete?” Gesù li educa a capire che nel Paradiso non conterà il posto: lo deciderà il Padre e saremo tutti contenti; ma ricorda a loro che c’è un prezzo per arrivarci: è il calice della passione e il battesimo della immersione nell’umanità ordinaria con le sue virtù e i suoi peccati. Lo slancio spontaneo di adesione a Cristo ha conosciuto progressivamente questo prezzo: nelle vicende sofferte della sua famiglia, nell’incidente che lo ha portato a sfiorare la morte e lo ha segnato per il resto della vita, in questi due anni di travaglio tra timori e speranze, sempre lottando e resistendo ma con innegabile fatica.

E il prezzo della lotta con se stesso per contenere i propri limiti e portare a perfezione il restauro dell’immagine di Cristo scolpita in noi. Perché i limiti è facile vederli; ma il prezzo che si paga per vincerli lo conosce soltanto il Signore. E al Signore interessa solo questo.

E poi il prezzo della immersione tra la gente. La popolarità di don Franco era frutto dell’ospitalità accordata agli altri nella sua vita: con l’interesse fattivo per loro, con la tempestività dell’intervento per le famiglie, per la casa, per il lavoro, per la situazione di disagio. Il tutto con discrezione e generosità. Ma non gli interessava la stima degli altri. La cordialità, l’affetto sì; ma tutto per il Regno di Dio, perché comunità cristiana o Seminario potessero meglio rispondere alle proprie finalità di costruzione di tale Regno.

Il dialogo con Gesù che abbiamo ascoltato nel passo evangelico si conclude con il nuovo intervento di Gesù in risposta alle rimostranze degli altri dieci apostoli. Parole perenni rivolte soprattutto a noi preti: “i governanti dominano ... tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti”. Appunto come il Figlio dell’uomo. Può coltivare un’ambizione il prete? Ce ne sono di lecite, che ci mantengono motivati e creativi. Ma ce n’è una che è tipica del prete. Perché non dovrebbe esserci l’ambizione di servire? Non è l’ambizione stessa di Cristo, venuto per servire e dare la propria vita? Non si chiama “ministero” l’azione e l’identità del prete? Questa ambizione ha caratterizzato la biografia personale di don Franco, veramente “servo buono e fedele”, sempre in piedi anche nel servire gli altri a mensa, sempre in movimento. Sentiva la propria ricompensa già nel poter essere a disposizione delle necessità. Per questo si schermirà del grazie che gli diciamo oggi come sacerdoti e come comunità, mentre lo salutiamo con nel cuore la nostalgia della sua inconfondibile presenza. La sua vita più che le sue parole hanno parlato per ricordarci la lezione dell’apostolo Giovanni, quello che chiedeva a Gesù un posto riservato, ma che poi si è accontentato di ammirare l’amore di Cristo: “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Cristo ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”.

Oggi don Franco non c’è il vescovo a salutarti, ma ti ricorda in terre lontane. Ci sono qui tanti amici e soprattutto c’è qui san Bassiano che ti accompagna all’incontro con Cristo, lui che ha accompagnato in questo transito pensa, perfino sant’Ambrogio. Ti vediamo già in traffico nella portineria del Paradiso a tenere tutto sotto controllo. Possiamo allora stare tranquilli di avere anche noi a suo tempo l’ingresso assicurato.

Monsignor Iginio Passerini

RINGRAZIAMENTI

La comunità parrocchiale di Mignete, commossa per la grande manifestazione di affetto tributata all'amato parroco don Franco Simonetta ringraziano di cuore il Vicario Generale Mons. Iginio Passerini, il parroco di Paullo e Vicario Foraneo Mons. Sandro Bozzarelli, il parroco di Zelo Don Antonio Poggi e Don Ferdinando Sudati, che è con noi da parecchi mesi, per tutte le premure e per l'affettuosa vicinanza avuta in quei tristi giorni, sicuri di ringraziare insieme a loro tutti i Sacerdoti che hanno partecipato al funerale e quelli che hanno salutato don Franco esposto nella nostra Chiesa.

Ringraziamo il signor Sindaco di Zelo Paolo Della Maggiore per aver prontamente risposto alla nostra richiesta di poterlo avere nel nostro cimitero e aver messo a disposizione un loculo adibito al riposo temporaneo della salma di don Franco in attesa della futura e definitiva sistemazione nella nuova cappella per i religiosi che verrà costruita nei prossimi anni.

Vogliamo altresì ringraziare le persone dell'impresa funebre per le tante e delicate attenzioni operate.

Infine giunga nel cuore delle tantissime persone che a vario titolo hanno manifestato la loro partecipazione a questo lutto, comprese le circa 300 persone delle quali diverse hanno voluto lasciare un messaggio collegandosi al Blog della Parrocchia, un sentito ringraziamento, perché con la loro presenza, messaggi e preghiere è salito al cielo un grande segno di riconoscenza per tutto il bene seminato quaggiù dal nostro don Franco.

lunedì 15 febbraio 2010

VIA CRUCIS

Tutti i Venerdì di Qauresima ovvero dal 19 Febbraio 2010 alle ore 17.00 si svolgerà la Via Crucis per i Ragazzi ed alle 20.30 quella per tutti.
Si raccomanda di partecipare a questo forte momento di preghiera in preparazione della Pasqua.

QUARESIMA

Durante il periodo quaresimale per le persona più bisognose: INVITIAMO TUTTI I PARROCCHIANI, CHE VOLESSERO IMITARE IL BUON SAMARITANO, A PORTARE IN CHIESA I LORO DONI.

venerdì 5 febbraio 2010

VENERDì 12 FEBBRAIO - INCONTRO PUBBLICO

L'ORATORIO DI MIGNETE
CIRCOLO "NOI"
SS APOSTOLI
FILIPPO E GIACOMO
Considerato il perdurare delle gravi problematiche relative a:
  • mancata, ritardata, sbagliata consegna della posta;
  • saltuaria mancanza di energia elettrica

Organizza un INCONTRO PUBBLICO

che si svolgerà

VENERDì 12 FEBBRAIO alle ore 21.00

presso la sala dell'Oratorio

Saranno presenti i responsabili ADICONSUM

(Associazione Difesa Consumatori e Ambiente)

della CISL di Lodi

per una valutazione delle situazioni sopra riportate

Invitamo tutti gli abitanti a parteciparvi

Il Consiglio dell'Oratorio