martedì 26 febbraio 2013

Conversione e Fede


Una delle formule che hanno accompagnato il gesto penitenziale dell'imposizione delle Ceneri – Convertitevi e credete al Vangelo – ci può aiutare nella preparazione di questo tempo di grazia che ci condurrà alla Pasqua del Signore. Istintivamente, in questo anno della fede, l'attenzione va diretta a questo “Credere al Vangelo”: la Quaresima è occasione di fede, è invito e appello a credere. C'è comunque un abbinamento fra credere e convertirsi, anzi il convertirsi sembra precedere il credere. Dovremmo interrogare Gesù stesso, perché questo abbinamento l'ha “inventato” Lui, quando iniziando il suo ministero pubblico, dopo il battesimo al Giordano ha proclamato: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”. In effetti non c'è tanto un prima e un dopo: convertirsi e credere fanno parte della medesima dinamica che porta ad una svolta di vita per chi vuole essere discepolo di Gesù. Diventare cristiani significa infatti cambiare vita, aprirsi a quella novità che non si genera semplicemente per un forte impulso della volontà personale, ma con l'accoglienza dell'azione di Dio in noi, l'accoglienza della sua Grazia. Forse potremmo dire che convertirsi è già credere e credere comporta inevitabilmente una conversione. Tutto ciò può realmente avvenire, nel concreto, o è destinato a rimanere fra le righe di queste righe, come pia esortazione?  Quando parliamo di conversione e di fede vorremmo allontanarci il più possibile dalle “parole” tenendo sempre presente il monito di Sant'Ignazio di Antiochia, padre della Chiesa e padre della fede: “Quelli che fanno professione di appartenere a Cristo si riconosceranno dalle loro opere. Ora non si tratta di fare una professione di fede a parole ma di perseverare nella pratica della fede sino alla fine. E' meglio essere cristiano senza dirlo, che proclamarlo senza esserlo”. Siamo tutti stanchi di parole, discorsi e promesse, di enunciazioni di principi e di valori che poi vengono puntualmente disattesi. Ci auguriamo una Quaresima sobria di parole, ma ricca di “fede che si rende operosa per mezzo della carità”. Contro ogni disfattismo, magari motivato da vicende tristi che attraversano l'attuale fase di vita sociale, non dimentichiamoci di questa nostra capacità di reagire, suscitata sempre dal Vangelo. E' questa la parola decisiva che sa ancora cambiare il mondo.

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