l Adulti – Euro 7.00
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Da effettuarsi presso l'Oratorio entro il 31 dicembreLe attività Parrocchiali, l'Oratorio, gli appuntamenti, le messe, le feste, ecc, ecc
l Adulti – Euro 7.00
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Da effettuarsi presso l'Oratorio entro il 31 dicembreAttraverso le espressioni dei Prefazi del Tempo di Natale, chiediamo alla Liturgia di spiegarci il mistero, l'opera di Dio che celebriamo in questo periodo dell'anno liturgico.
“Il Verbo invisibile apparve visibilmente nella nostra carne (Prefazio di Natale II). Se si vuol vedere Dio, ora bisogna guardare alla persona e alla vita nel tempo e nella carne di Gesù di Nazaret. L'eternità di Dio e la finitezza dell'uomo non sono un ostacolo. Dio non ci ha risposto con una filosofia, ci ha fatto “vedere” nella vita concreta di Gesù come si vive da figlio di Dio rimanendo e divenendo uomini in pienezza. La strada per arrivare a Dio è l'umanità.
“Risplende in piena luce il misterioso scambio che ci ha redenti” (Prefazio di Natale III). Il mistero del Natale è un evento di “illuminazione”. Si pone in piena luce chi è Dio e chi è l'uomo. Il Verbo si è fatto uno della nostra umanità e noi siamo diventati figli di Dio. Ora tutto è pervaso da questa dimensione “teandrica” (cioè umano-divina): il tempo è luogo in cui il disegno di Dio si svela, l'uomo diviene tempio di Dio, la Chiesa è il popolo di Dio, i Sacramenti sono segni della sua azione.
“Cominciò ad esistere nel tempo per reintegrare l'universo nel disegno del Padre” (Prefazio di Natale II). Il cosmo intero, e non solo l'umanità, è toccata dal mistero dell'incarnazione. La redenzione non riguarda soltanto una parte dell'uomo, l'anima, ma tutto l'uomo e tutti gli uomini. La manifestazione di Dio nella realtà umana ha uno scopo ben preciso: riportare l'uomo e attraverso di lui tutto il creato al Padre. Per questo il Natale ci orienta alla Pasqua. In quell'offerta totale, preceduta dal “sì” del Figlio che entra nel mondo per fare la volontà del Padre, si avrà la piena reintegrazione dell'uomo nell'obbedienza al progetto di Dio.
Domenica 28 novembre inizia l'Avvento; gli atteggiamenti spirituali dell'Avvento sono bene espressi da questi tre verbi: vegliare, sperare, gioire. Vegliare perché il buio c'è ancora e occorre essere sentinelle del Vangelo. Colui che veglia porta in sé da una parte la certezza che “il Signore è vicino”, dall'altra l'incertezza di non poterlo “vedere mai in piena luce”. La gioia dell'attesa non è la gioia dell'incontro realizzato. Quest'ultima è piena e definitiva: è la gioia degli ultimi tempi. Ma non meno vera è la gioia che si prova nel cercare, nell'incamminarsi verso la meta. In questa vita non ci è concessa una gioia “pura”; essa è sempre mescolata con la fatica: “Padre Santo che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell'umanità oppressa da tanti mali e apri i nostri cuori alla speranza, perché sappiamo attendere senza turbamento il ritorno glorioso del Cristo, giudice e Salvatore”. Siano anche per noi queste parole esortazione a vivere pienamente questo tempo di attesa del Natale!
Sono passati tanti anni, eppure i ricordi di quel piccolo paese che ho lasciato sono sempre vivi come i ricordi più belli. Nessuno di noi era laureato, bastava la buona volontà. Insieme abbiamo lavorato tanto, una vera famiglia in un piccolo paese di campagna. Con te, don Luigi Bernardelli, sempre vicino a noi. Eri un po' esigente, un po' frettoloso, ma sorridente. Ci spronavi a fare sempre cose semplici ma belle, e noi eravamo felici. Ci tenevi tanto all'azione cattolica, al catechismo, alla santa messa dialogata. Ci richiamavi quando non eravamo tutti presenti. Sono ricordi che non puoi dimenticare, sono sempre vivi nel cuore.
Questo ricordo mi induce a pensare a quel piccolo coro per cantare. La gioia fuoriusciva da tutte le parti. Poche persone, ma di grande cuore, sempre disposte a lavorare. Una grande passione drammatizzare i canti e far recitare, come tu mi chiedevi di fare, di fare sempre di più. Una vera passione raccontare e inventare. Le zingarelle ballavano le tarantelle. Le campagnole raccontavano le storielle corte, ma belle.
Mese di Maggio. I misteri del rosario raffigurati. Poi arriva Natale, fra pastori e pastorelle. Gli angeli cantavano. La stella guidava i pastori ed i re Magi arrivavano dai quattro venti. Anche loro erano contenti di essere giunti alla capanna e trovare Gesù tra le braccia della mamma.
Com'eravamo felici. Pochi ma veri amici. Poi, però, piano piano, ognuno di noi prese la sua strada. Un po' a Mignete, un po' a Zelo. Ma, quando ci incontriamo, come i re Magi e le pastorelle, ci ricordiamo ancora di queste cose belle. Anche Bruna, cartolaia, porta ancora nel suo cuore la gioia di quel vestito colorato, ma tutto bucherellato. Chi interpretava la parte di Gesù bambino, rimasto a Mignete, fra tappi e bottiglie, si chiama Battistino. Tutto questo per allietare il cuore di chi ha lavorato. Grazie a te, don Luigi, per averci tanto amato. E' un semplice racconto, solo per dire quanto eravamo felici anche in passato. Grazie a te, don Franco, che hai continuato la missione con tanto amore e con tanto entusiasmo. A te, don Stefano, cosa posso dire? Ti conosco dal seminario. Mi ricordo ancora il giorno della tua prima santa messa. Poi sei partito, lontano, per una missione in Ecuador. Sei ritornato qui, ed anche se per soli sei mesi, hai continuato l'opera di bene in questo piccolo paese di campagna.
G. Natalia - Rosina
Anche quest'anno tutti i lunedì e precisamente da lunedì 18 ottobre ripartono gli incontri settimanali per approfondire gli insegnamenti di Gesù. Già diverse persone aderiscono in maniera continuativa a questa proposta. Si invitano altre persone ad aggregarsi contattando Luisa Campagnoli, tel. 029065465, Fabio Donzelli, tel. 3332904489. Detti incontri si terranno presso il nostro oratorio alle ore 21.00.
La solenne celebrazione eucaristica, preceduta dal triduo di preparazione guidato da don Antonio Poggi e da don Daniele Cabisto, nuovo Vicario parrochiale di Zelo a cui anche la nostra comunità rivolge il benvenuto, è stata concelebrata da Mons. Sandro Bozzarelli e da don Antonio, e ha dato vita alla festa della Madonna del Rosario. Durante la Santa Messa si è ricordato il 50° anniversario di ordinazione sacerdotale di don Sandro, parroco di Paullo e Vicario del nostro Vicariato, a cui la comunità parrocchiale ha donato un volume dedicato alla Madonna. Un rappresentante della parrocchia ha inoltre ricordato la nuova responsabilità di don Antonio Poggi come Parroco della nostra comunità. Dopo la S. Messa e la processione per le vie del paese, è iniziata la parte folkloristica, che ha messo a dura prova gli addetti ai vari servizi, per la numerosa affluenza di persone, favorita anche dalla tenuta del bel tempo. C'è stato veramente lavoro per tutti: per il decoro e la preparazione della Chiesa, per la cucina, il bar, il banco salumi, il servizio ai tavoli, il braciere delle salamelle, la pesca, la ruota della fortuna, il gonfiabile, la cassa... Tutti gli addetti hanno davvero dato tutto loro stessi per la buona riuscita di questa bella festa che ha fatto ritrovare tanta gente rinnovando così tradizione e identità cristiana. Il ricavato è stato di euro 4.235,00; don Antonio, unitamente ai membri del consiglio dell'oratorio, ringraziano davvero di cuore ognuna delle persone che con il proprio contributo ha fatto sì che questa giornata sia stata una vera festa di gioia e di allegria.
E' per me motivo di gioia personale poter porgere a nome della comunità parrocchiale il saluto a te Don Stefano rinnovandoti così sentimenti di sincera amicizia ed esprimerti gratitudine per essere stato fra noi, anche se in diversi di noi qui presenti si sono sviluppati sentimenti contrastanti e emozioni, attraversate insieme da gioia per te e da rammarico per la tua partenza da Mignete, questa ridente località che sorge a 89 metri sul livello del mare e che la letteratura non ha trovato spiegazioni adatte a capire il significato del nome.
Sei arrivato volutamente in punta di piedi alla fine della Messa del Vescovo per non distrarre nessuno quella domenica 28 febbraio e velocemente tra noi, che avevamo saputo solo qualche giorno prima del tuo arrivo, tra la Chiesa e l' oratorio, impegnati a fare bella figura con il Vescovo, circolava..... “ è arrivato Don Stefano, è quello alto con la barba”.
Un paio di settimane prima capitai in oratorio, dove fervevano alcuni lavoretti di sistemazione per l'avvicinarsi della visita pastorale, e li incontrai l'elettricista e un suo collaboratore che non conoscevo e dopo esserci scambiati il buongiorno mi disse spontaneamente..:”ho saputo che viene qui un missionario...vedrete come vi troverete bene , sono persone particolari e aggiunse, persone particolarmente buone...”
Tale espressione non mi lasciò indifferente e rimasero quelle parole scolpite nel mio cuore perché, pur sapendo della bontà dei missionari avendo uno zio tale in Africa, ma pur sapendo che anche i missionari non sono tutti uguali, nelle settimane seguenti, conoscendoti, si rivelarono rispondenti a verità.
Accanto a chi ti ha conosciuto hai espresso chiare virtù, come la naturale propensione all'ascolto delle persone, anche quelle un po' noiose, la cordialità e l'accoglienza atteggiamenti oggi non più di moda, la semplicità, l'umiltà, la sobrietà, e la consapevolezza di agire sempre nel nome di Dio quando nelle varie omelie commentavi un episodio narrato nelle letture o nel Vangelo, lo sapevi rapportare ai nostri tempi e terminato il commento dicevi “questa è una cosa importante...”!
Hai condiviso momenti con gli ammalati, al gioco delle carte con le persone non più giovani, con gli immigrati, e soprattutto hai vissuto con i ragazzi, giocando con loro, utilizzando a tutto campo il desiderio vero e profondo del voler stare con loro tutti i giorni senza concedersi riposi o ferie, tanto è che un amico ti ha definito il Don Bosco dei nostri tempi per aver saputo attirare a te anche i più vivaci, anche gli extracomunitari, anche i neo comunitari, insomma i ragazzi di oggi della nostra comunità, dei quali qualcuno ti chiama “uomo grande”.
Hai celebrato la Messa tutti i giorni compresa quella della 1^ Comunione e quelle nei cortili nel mese di maggio, sei entrato con discrezione, ma anche con autorità, nelle nostre case per benedirle, hai vagliato alcune situazioni familiari delicate offrendo loro speranza, hai percorso le strade che percorriamo anche noi con la tua amata bicicletta....insomma sei diventato uno di noi!
Hai incarnato quella figura di sacerdote , a volte vista un po' lontana dai problemi della gente, rendendola modello di esempio e fermento tra i fedeli per coinvolgerli pienamente in quel progetto di solidarietà che può costituire una reale prospettiva di speranza, soprattutto oggi, attraversati da tragici vuoti di diversa natura....morali, economici.....
Come sono importanti le persone, gli uomini, che diventano punto di riferimento per altri uomini!
La comunanza di sentimenti e di stima instauratasi, sviluppatasi e convalidatasi giorno dopo giorno, è sfociata in una leale collaborazione interpersonale con tanti, concretizzatasi nelle attenzioni per i bisogni delle persone, della Chiesa e dell'oratorio.
Tu certamente, saprai cogliere dalle mie espressioni e dallo sguardo di chi sta partecipando a questo momento che ci separa per poche ore dalla tua partenza, il bene che ti vogliamo e questa comunità, anche quella parte di comunità che è rimasta alla finestra a guardare, ti è grata per l'impegno profuso, nell'opera svolta in questi sei mesi, breve ma intenso tempo in mezzo a noi, per il cammino fatto insieme, per i valori umani, sociali e cristiani che hai proposto con il tuo stile di vita quotidiano che ci guideranno nel nostro percorso futuro e, in modo particolare a chi di noi si metterà al servizio degli altri per cogestire e continuare l'apertura dell'oratorio: infatti abbiamo l'obbligo morale di continuare, con il nuovo parroco Don Antonio Poggi e magari e forse e perché no anche con Don Daniele Cabisto, nuovo vicario parrocchiale a Zelo, questa esaltante esperienza che ha anche permesso di togliere i nostri ragazzi dalla strada e di farli stare insieme in un modo ma soprattutto con un clima diverso e di guardare avanti ottimisti, stimolati proprio da quei valori che tu ci hai testimoniato.
Sei arrivato in punta di piedi e così altrettanto te ne vai : è perciò motivo di orgoglio collettivo poterti confermare, come si diceva all'inizio, sentimenti di affettuosa amicizia, di sincera gratitudine e buoni pensieri per la nuova missione pastorale che vai a intraprendere, perché tu possa continuare ad essere lo zelante animatore della fede e della bellezza della vita nella nuova comunità, mentre resterai nei nostri cuori nella misura con cui tu stesso hai definito persone a te care ovvero: Grazie Gesù per il dono di Don Stefano, acqua fresca a cui abbiamo dissetato il nostro desiderio di Te!
Grazie Don Stefano!
A nome della comunità parrocchiale Giovanni Bellini
Sabato 18 settembre 2010
Domenica 3 Ottobre:
Vi aspettiamo numerosi...