domenica 24 marzo 2013

L'ORATORIO DI MIGNETE: UNA REALTà DA POTENZIARE? LETTERA APERTA


Non voglio tediare nessuno ma ritengo importante, in qualità di presidente pro tempore del circolo Noi Santi Apostoli Filippo e Giacomo oratorio di Mignete, che è anche una associazione di promozione sociale che conta circa 120 iscritti pari al 20% della popolazione residente, media molto alta se confrontiamo gli abitanti con il numero degli iscritti e gli iscritti di altre parrocchie ben più grandi della nostra realtà, fotografare la situazione del nostro oratorio per fissare alcuni paletti su cui poter riflettere e rivolgere un accorato appello alle donne e agli uomini di “buona volontà” affinché possano diventare volontari dell'oratorio.
L'apertura dell'oratorio si può fare, sarebbe uno stupendo spettacolo vedere 1, 5, 10, 20 ragazzi e bambini, mamme, nonne frequentare quotidianamente i nostri spazi diventando cosi riferimento per buona parte dei loro pomeriggi.
Io penso che non solo si può fare ma si deve fare per le seguenti considerazioni: non è più sopportabile vedere questi spazi chiusi, non è più sopportabile vedere i bambini e i ragazzi giocare per strada e quando ti vedono o ti incrociano la domanda è sempre quella “Apri l'oratorio!?”, richiesta legittima perché risponde ad un loro naturale bisogno; bisogna togliere i bambini dalla strada per farli stare insieme in un ambiente sicuro non solamente la domenica pomeriggio, cosi come noi mangiamo tutti i giorni e abbiamo bisogno di stare con i nostri cari tutti i giorni, cosi i bambini e i ragazzi come è risaputo senza voler fare lo psicologo hanno bisogno di avere un luogo
familiare e continuo/costante a cui fare riferimento.
Bambini vivaci: non sono forse queste creature che hanno più bisogno della nostra attenzione e del nostro amore tramite la nostra presenza?
Extracomunitari o neo comunitari: sono esattamente come i nostri bambini né più né meno, e a questo proposito è giusto ricordare che in una riunione vicariale a Paullo di qualche tempo fa chiesi al Vescovo come ci dovevamo comportare con gli stranieri, la risposta fu chiara e breve “porte aperte a tutti indistintamente negli asili, negli oratori e ovunque nei nostri spazi”.
Nel contesto della settimana sociale dei cattolici a Reggio Calabria nel 2010 Papa Benedetto XVI ha ribadito “è un dovere accogliere gli immigrati”.
Continuare a non aprire l'oratorio è una forma di prepotenza che operiamo più o meno consapevolmente nei confronti dei più deboli ovvero dei ragazzi di questa comunità.
L'apertura dell'oratorio, assieme al periodico l'Ora Decima, è da ritenersi uno straordinario strumento di attività pastorale, perché come già detto è un luogo di incontro, di socialità, un luogo dove poter far passare certi messaggi, non dimenticando che è l'unico luogo dove la comunità si può incontrare, detta in termini più eleganti di aggregazione sociale, e senza dimenticare anche che la comunità si è notevolmente ingrandita.
Penso che sia giunto il momento della responsabilità, penso che la situazione sia matura per prendere decisioni serie e continuative in merito, dobbiamo operare una scelta di campo, o dentro o fuori, con la consapevolezza che una decisione piuttosto che un'altra fa la differenza per il bene collettivo di questa comunità.
Ritengo che l'impegno richiesto a chi si metterà a disposizione come volontario/a per i turni sia poca cosa rispetto al beneficio che ne possono trarre, magari non subito, i nostri ragazzi e l'intera comunità parrocchiale.
Per finire proprio qui a Mignete abbiamo scritto sopra il portone della Chiesa una frase dei nostri patroni : “ La fede senza le opere è morta”.....proviamo a vivere questa esortazione e vedere, ognuno nella propria libertà e disponibilità, se riusciamo ad applicarla anche per la realtà dell'oratorio.
Giovanni Bellini

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