Sono passati tanti anni, eppure i ricordi di quel piccolo paese che ho lasciato sono sempre vivi come i ricordi più belli. Nessuno di noi era laureato, bastava la buona volontà. Insieme abbiamo lavorato tanto, una vera famiglia in un piccolo paese di campagna. Con te, don Luigi Bernardelli, sempre vicino a noi. Eri un po' esigente, un po' frettoloso, ma sorridente. Ci spronavi a fare sempre cose semplici ma belle, e noi eravamo felici. Ci tenevi tanto all'azione cattolica, al catechismo, alla santa messa dialogata. Ci richiamavi quando non eravamo tutti presenti. Sono ricordi che non puoi dimenticare, sono sempre vivi nel cuore.
Questo ricordo mi induce a pensare a quel piccolo coro per cantare. La gioia fuoriusciva da tutte le parti. Poche persone, ma di grande cuore, sempre disposte a lavorare. Una grande passione drammatizzare i canti e far recitare, come tu mi chiedevi di fare, di fare sempre di più. Una vera passione raccontare e inventare. Le zingarelle ballavano le tarantelle. Le campagnole raccontavano le storielle corte, ma belle.
Mese di Maggio. I misteri del rosario raffigurati. Poi arriva Natale, fra pastori e pastorelle. Gli angeli cantavano. La stella guidava i pastori ed i re Magi arrivavano dai quattro venti. Anche loro erano contenti di essere giunti alla capanna e trovare Gesù tra le braccia della mamma.
Com'eravamo felici. Pochi ma veri amici. Poi, però, piano piano, ognuno di noi prese la sua strada. Un po' a Mignete, un po' a Zelo. Ma, quando ci incontriamo, come i re Magi e le pastorelle, ci ricordiamo ancora di queste cose belle. Anche Bruna, cartolaia, porta ancora nel suo cuore la gioia di quel vestito colorato, ma tutto bucherellato. Chi interpretava la parte di Gesù bambino, rimasto a Mignete, fra tappi e bottiglie, si chiama Battistino. Tutto questo per allietare il cuore di chi ha lavorato. Grazie a te, don Luigi, per averci tanto amato. E' un semplice racconto, solo per dire quanto eravamo felici anche in passato. Grazie a te, don Franco, che hai continuato la missione con tanto amore e con tanto entusiasmo. A te, don Stefano, cosa posso dire? Ti conosco dal seminario. Mi ricordo ancora il giorno della tua prima santa messa. Poi sei partito, lontano, per una missione in Ecuador. Sei ritornato qui, ed anche se per soli sei mesi, hai continuato l'opera di bene in questo piccolo paese di campagna.
G. Natalia - Rosina
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