Per la seconda volta nell’arco di sei mesi mi ritrovo a salutare una comunità
e molto più concretamente alcune persone. Penso che non ci si farà mai il
callo!
Un prete che era con me in Ecuador mi recito’, mentre mi lasciavo alle spalle
la parrocchia, i versi di una poetessa spagnola, di cui non ricordo il nome,
che parlavano del seme gettato nella speranza di vederlo fiorire. Ripensando
alla mia esperienza qui tra voi mi sembra di essere, più che il contadino, una
di quelle persone che in questi giorni di settembre stanno spigolando nei campi
di granoturco appena tagliati: non hanno arato, non hanno seminato, non hanno
irrigato pero’ raccolgono. Io ho innanzitutto ricevuto da voi i frutti preziosi
di una comunità viva che altre persone, preti e laici, hanno amorevolmente
seminato. Non mi sento un ladro solo perché “spigolare” è permesso!
Qualche cosa anch’io ho lasciato cadere nel campo di Mignete. Se è polvere non
preoccupiamoci il vento la spazzerà, se è buon seme... ringraziamo insieme il
Signore.
Grazie e buon viaggio!
Don Stefano
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